3 giorni a Baku: una piccola guida (con tante foto)
Baku è una bella città, antica e moderna, con un centro storico patrimonio UNESCO, alcuni edifici avveniristici e qualche chiazza di kitsch qua e là. Ecco cosa fare.
Versione corta: Baku è bella, ha una città vecchia patrimonio UNESCO, una lunga via pedonale molto pittoresca, un verde lungomare, pezzi di architettura contemporanea di alto livello, ottimi ristoranti. È una città che somiglia ai vari strati di dominio che ha subito nella sua storia, ma senza la parte peggiore (per esempio, l’edilizia sovietica anni ’60, almeno in centro) e in cui, in generale, si respira una bella atmosfera senza avere l’impressione di essere immersi in un bagno di turisti. In effetti è forse il posto con meno turisti che abbiamo mai visto, e nel 2024 è un punto a favore che poche città possono vantare. Quindi il consiglio è sì, andate a visitare Baku. La versione lunga invece è qui sotto.
Cosa vedere: Partite dalla città vecchia, patrimonio UNESCO dal 2003. Le mura risalgono al XII secolo, come anche la Maiden Tower, con la sua caratteristica e indescrivibile forma. Da lì si può fare un bellissimo giro in senso orario, dirigendosi a ovest e dando un’occhiata dapprima alla moschea Juma (del XIV secolo), poi a quella di Mohamed (del XII), per arrivare al pezzo forte del centro storico: il palazzo degli Shirvanshah, la reggia della più longeva dinastia araba, costruito nel XV secolo: un gioiello di architettura persiana tanto affascinante fuori quanto spoglio all’interno. Ma passeggiare tra il mausoleo dei Dervisci e i resti degli antichi bagni medievali trasmette comunque la sensazione di cosa dovesse essere, quando le sale interne erano completamente ricoperte da raffinate piastrelle azzurre.









Proseguite il giro del centro continuando su Kichik Quala, passando dal dipinto del felino sulla parete della bottega del pittore Ali Shamsi e, in fondo a sinistra, dando un’occhiata alla ‘doppia porta’ della città fortificata, sulla vostra sinistra, e finendo sul bel piazzale che ospita un parchetto al livello inferiore, qualche negozio, un bell’hotel e un murales sovietico a tutta parete. Ritornerete così, passando dal Caravanserraglio Bukhara (attualmente in ristrutturazione), al cospetto della Maiden Tower, in un complesso storico di antichi bagni turchi, archi e rovine veramente affascinante. In tutto il tragitto descritto vedrete botteghe, tappeti, case in stile liberty sovietico con maestosi balconi di legno, palazzi che rapiscono lo sguardo e vicoli su cui pendono piante rampicanti. Insomma, più che i dettagli, vi rapirà la visione d’insieme, la bellezza di un posto in cui il tempo sembra essersi fermato. E pieno di gatti a cui portare croccantini.






Dalla città vecchia potreste uscire dalla porta a ovest, attraversare un giardinetto, ammirare la maestosa fontana della Filarmonica e scendere nel sottopasso che porta all’enorme parco del lungomare, lungo quasi tre chilometri e trapuntato di bar, chioschi e fontane. Attraversate i ponti della Piccola Venezia e raggiungete il Museo del Tappeto, a forma di tappeti e con una bellissima collezione di tappeti. Se non siete appassionati di tappeti, proseguite verso l’Xtravaganza Mall, specie se viaggiate con bambini: per loro, tra go-kart, realtà virtuale, varie sale giochi e un sacco di altre cose, è una specie di paradiso. Altrimenti, attraversate la strada a destra e salite sulla cabina della funicolare: costa 50 cent e vi porta in cima al Dağüstü park, con la migliore vista su Baku e anche sulle Flame Towers, il triplo grattacielo simbolo della città. La sera è illuminato a led, a volte con delle fiamme, a volte con la bandiera nazionale. È un bello spettacolo. Da lì potreste proseguire per il moderno Chemberekend Park, oppure tornare a valle e prepararvi per cena.






Il centro, comunque, non è tutto città vecchia: usciti dalla ‘doppia porta’ vi troverete su Nizami Park, dove affaccia il Museo della Letteratura Azera. Lì dietro c’è Fountains Square, un’enorme piazza che scoppia di vita, di negozi, di bar e soprattutto di fontane particolari, che le danno il nome. Da lì comincia Nizami street, la lunga via pedonale caratterizzata da un’architettura deliziosa, un misto di neoclassico e stalinista, sembra una combinazione tra Parigi e San Pietroburgo, per intenderci. È una strada da percorrere guardando in alto, ammirando le differenze tra i palazzi, fermandosi ogni tanto per un pezzo di lokum, il dolce arabo che anche qui va per la maggiore, o per un piattino di cozze bollite (a vostro rischio e pericolo). Arrivati in fondo potreste andare a fare shopping in due dei centri commerciali più alla moda di Baku: il Port Baku, galleria di negozi extra lusso, e soprattutto il Crescent Mall, aperto da poco e con una terrazza, al quarto piano, con vista sull’ultima creatura dell’ambiziosa architettura contemporanea locale, l’Hotel Crescent, una specie di enorme cerchio con un buco in mezzo, in riva al mare. Sullo sfondo, le Flame Towers: una bella cartolina della città.









Se invece è più lo shopping gastronomico ad attirarvi, prendete un taxi per lo Yaşıl Bazar, il più grande mercato ortofrutticolo cittadino, e uno dei più interessanti che abbiamo visto nel mondo, nel suo genere. Niente turisti ma tonnellate di frutta secca, zafferano (occhio alle truffe), melassa di melagrana, tè, datteri, formaggi locali e tanto caviale. Soprattutto, un’atmosfera tranquilla ma non dimessa, genuina: uno spaccato della vita quotidiana di migliaia di azeri. Da lì potete proseguire fino al Centro culturale Heydar Aliyev, la futuristica costruzione opera di Zaha Hadid, un mastodonte bianco di curve sinuose e specchi d’acqua. Dentro non c’è niente di che, a parte qualche mostra di non incredibile interesse culturale (tipo quella della figlia del Presidente, esposta per evidenti meriti artistici) e un bel caffè, ma l’edificio in sé vale comunque la visita. A questo punto vi conviene prendere l’ultimo taxi della giornata per arrivare in una ventina di minuti, all’Atashgah (o Tempio del Fuoco), un antico centro di pellegrinaggio zoroastriano, molto più interessante per la sua storia (la trovate qui) che per l’architettura in sé, anche se risale al XVII secolo. Oggi, oltre alla fiamma che arde nel tempesto centrale, ospita una specie di museo dei tempi antichi fatto di manichini diversamente belli, quindi non arrivate con troppe aspettative. Oppure, come abbiamo fatto noi, saltatelo direttamente.




Dal terzo giorno in poi, spazio alla fantasia: musei, architettura sovietica, passeggiate alla ruota panoramica, fate un po’ quello che vi pare. In molti si avventurano per il classico tour della Riserva Statale di Qobustan (a un’oretta di distanza), famosa per i suoi petroglifi preistorici e per le peculiari formazioni rocciose, in abbinata alla visita ai vulcani di fango. Noi, se avete visto l’A-Drama, dopo tutto quello che abbiamo passato a ferragosto francamente non ce la siamo sentita. Specie dopo aver visto l’Ayers Rock e le Terme di Saturnia, ecco.
Il cibo: Baku scoppia di ristoranti belli e a buon mercato, di caffè sul corso, di chioschi di kebab, c’è di tutto e, soprattutto, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Un paio di posti fanno addirittura orario continuato da mezzanotte a mezzanotte, mentre in generale gli altri chiudono la cucina non prima delle undici di sera, quando non dopo la mezzanotte. Insomma, mangiare non è mai un problema, nemmeno economico: nei ristoranti più eleganti è difficile spendere più di cinquanta euro a testa, la media si attesta sui 20-30 per ristoranti di buon livello, a seconda di cosa mangiate. Già, cosa mangiate? La cucina tradizionale è soprattutto di matrice iraniana e levantina, quindi aspettatevi un tripudio di carne alla griglia, ma anche stufati, piatti di riso con frutta secca, antipasti a base di peperoni e melanzane, formaggi molto salati, storione alla brace e un vero e proprio culto per gli spiedini. Senza carne né pesce, il tutto può diventare molto monotono dopo un paio di giorni, ma ci sono alternative di vario genere. Ecco una piccola lista di ottimi ristoranti che abbiamo provato:






-Mugam Club: un caravanserraglio riconvertito in uno spettacolare ristorante con arredi tradizionali e un tetto di vetro. Cucina tradizionale di altissimo livello.
-Shakh Garden: intorno a un altissimo albero che sembra sorreggere la tenda trasparente che copre questa corte di mattoni a vista si mangia molto bene e si ascolta musica del luogo.
-Qaynana: è il ristorante più famoso della città vecchia, ogni angolo è una cartolina. Qaynana significa ‘suocera’ e infatti c’è una suocera finta seduta all’ingresso, ma a parte quello tutto è perfetto, soprattutto il pane, sempre cotto al momento.
-Mari Vanna: spettacolare ristorante russo, di una bellezza commovente, con un menu sterminato di piatti che, probabilmente, non avete mai sentito nominare.
-Chayki: chiedete un tavolo all’aperto per la vista sulla ruota panoramica, anche se le sale interne sono bellissime, un po’ coloniali un po’ modern-chic. La cucina è ispirata, un po’ locale un po’ europea. Molto alla moda.
-Firuze: è strapieno di turisti perché, tra i tanti ristoranti sotto terra con volte di mattoni e arredi tradizionali, ha la fama di essere il migliore. In effetti si mangia bene con un servizio veloce e un conto molto onesto. Bonus: la pizza, così il vostro amico che mangia solo italiano è contento.
-Jasmine Port Baku: se avete voglia di cambiare un po’ sapori, un ottimo ristorante pan-asiatico tra i due centri commerciali più ‘in’ di Baku in una via pedonale moderna ma carina.



Bere qualcosa: Cay Bagi è un posto senza uguali, con i tavoli all’aperto sopra il tetto di un antico hammam nel punto più pittoresco della città vecchia. Andateci per un tè o una shisha, nel pomeriggio, al tramonto e dopo cena. La sera buona parte della vita notturna si svolge all’inizio di Nizami Street e tutti’intorno a Fountain Square, dove ci sono bellissimi caffè come il Central Baku o il Passage 145, aperti tutto il giorno e per buona parte della notte. L’Azerbaijan produce buoni vini, soprattutto nella regione intorno a Samaxi (che potete visitare se siete appassionati di cantine, è a un paio d’ore da Baku), e dovreste fare in modo di assaggiare anche il vino di melagrana, specialità locale, disponibile in versione dolce ma anche secca, per pasteggiare.


Perchè andare: oltre alle cose brevemente elencate qui sopra, Baku è anche un discreto scalo per un po’ di destinazioni. Uzbekistan, Cina, Corea, Thailandia tra le altre. Quindi due, tre giorni a Baku possono spezzare un viaggio in maniera piuttosto charmant. Ma, come già scritto, vale la pena anche come destinazione a sé, alla fine è un volo di quattro ore (da Milano con la compagnia di bandiera azera, da Roma con Wizzair) che può partire da due/trecento euro andata e ritorno. Magari prima vedete Istanbul, ecco: nella vita è importante darsi delle priorità.
Prima di partire: vi servirà il passaporto, e un visto. Procuratevelo online all’indirizzo https://evisa.gov.az/it/, costa 20 euro e vi arriva via mail in 3 giorni, stampatelo e portatelo in aeroporto. Se è una partenza dell’ultimo minuto, c’è anche la procedura d’urgenza, disponibile sullo stesso sito, che vi farà ottenere un visto in 3 o 5 ore, a un costo superiore. Se avete intenzione di noleggiare un’automobile, per qualsiasi stramba ragione pensaste di averne bisogno, dovrebbe bastare la patente italiana. Perlomeno, a noi hanno chiesto solo quella italiana (con Europcar potete noleggiare anche una Lada Niva, per un’autentica esperienza post-sovietica. Chiedete espressamente di darvi quel modello, se lo desiderate, perché loro odiano le Lada e vi daranno di default un’auto migliore pensando di farvi un favore).
All’arrivo: appena usciti dalla sala bagagli, prelevate un po’ di contanti e fatevi una sim azera, ci sono due chioschi sulla destra prima dell’uscita. A sinistra, invece, fatevi dire dalla hostess del chiosco taxi (è abbastanza riconoscibile) quanto costerà la corsa per il vostro hotel e comunicatelo poi a uno dei tassisti sul piazzale. Specificate che non avete intenzione di spendere più di così, perché sono inclini ad approfittarsi del turista. Pagherete anche loro in contanti, pagherete più o meno tutto in contanti, a parte gli hotel e i ristoranti. Eppure ognuno, nonostante l’ostinazione nel non utilizzare il pos, sarà scocciato se proverete a pagarlo con un pezzo troppo grosso. Sarà la vostra vendetta.
L’hotel: ce ne sono di bellissimi e presto di ancora più bellissimi, come il Crescent che stanno finendo di costruire proprio in questo periodo. Vi conviene sceglierne uno nei pressi, quando non all’interno, della città vecchia, visto che in quella zona passerete più tempo. Per il lusso più raffinato c’è il Four Seasons, per delle ottime camere nel cuore della vita serale il The Merchant, ma anche all’interno della città vecchia ci sono decine di boutique hotel carini e suggestivi a prezzi molto calmierati, come l’Art Club che è molto contemporaneo e gettonato. In generale le recensioni sono molto buone pressoché ovunque.
Spostarsi: Baku ha una bella linea della metropolitana, ma ‘turistcamente’ abbastanza inutile, visto che le fermate non sono molto vicine ai punti di interesse. Con qualche passeggiata, in realtà, in centro si arriva più o meno dappertutto. I taxi non usano il tassametro, abbiate quindi cura di chiedere (e trattare, anche del 50% in alcuni casi) il prezzo della corsa prima di salire in base alla vostra destinazione, e portatevi contanti in pezzi da 5 e da 10 se non volete attendere che il tassista trovi qualcuno disposto a cambiare le banconote per darvi il resto. Alcuni trasferimenti (come quello per il parco archeologico del Qobustan) hanno prezzi fissi o a ore.
Selvaggia&Lorenzo grazie per la guida! Anche se l’A-drama m’ha fatto volare😂😂😂
Saranno felici gli hotel e ristoranti di questa pubblicità gratuita.