A Napoli la politica si schiera con la coppia di israeliani
Per la ristoratrice Nives Monda le cose si mettono male: l'assessora al turismo incontra Guela Moses e suo marito Raul. E c'è chi nella Lega vuole farle chiudere il locale.
A neppure ventiquattro ore dalla discussione tra Nives Monda, titolare della Taverna Santa Chiara e i due clienti israeliani, sono accadute molte cose. La proprietaria del locale, nota a Napoli per il suo impegno civile e per la sua posizione pro Palestina ben visibile anche sulle pagine personali e del ristorante, dopo che la coppia ha postato il video della discussione sui social, ha subito ritorsioni, minacce e intimidazioni di ogni tipo: le hanno lasciato recensioni negative su Google, le hanno scritto messaggi pubblici e privati, hanno minacciato sua figlia, hanno minacciato spedizioni punitive, hanno minacciato di farle chiudere il locale.
Contro di lei, dandole dell’antisemita e della fascista, si sono espresse anche figure pubbliche quali AnnaPaola Concia. Ivan Scalfarotto ha parlato di “episodio infame” e di “clienti cacciati” dopo il rifiuto di un servizio, dimostrando di non essere ben informato.
In realtà i clienti israeliani hanno consumato tranquillamente il loro pasto finché non hanno iniziato a decantare le lodi e la bellezza del loro paese con altri clienti e la proprietaria ha ricordato il genocidio palestinese in corso. La discussione poi è stata parzialmente filmata dalla coppia israeliana e, come si deduce dai dialoghi, la ristoratrice li ha invitati ad andare pure via senza saldare il conto. Certo, molti cittadini sono intervenuti sui social in sostegno di Nives Monda, ma la situazione per lei è complicata.
Lo è soprattutto perchè la politica locale, ieri, ha fatto la sua scelta precisa: stare dalla parte dei due israeliani. E senza condannare le minacce alla loro concittadina. Ma andiamo con ordine.
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