Cristicchi romanticizza una malattia che di romantico ha molto poco
Chi ascolta e basta una canzone ridondante si sente empatico, chi vive quella situazione si sente inadeguato. O cinico. O tradito da una canzone che imbelletta l’orrore e punta alla pancia.
Quando ti prenderò in braccio
E sembrerai leggera come una bambina sopra un’altalena.
Preparerò da mangiare per cena, io che so fare il caffè a malapena.
Ti ripeterò il tuo nome mille volte fino a quando lo ricorderai.
Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,
Per restituirti tutto, tutto il bene che mi hai dato…
Simone Cristicchi è venuto al Festival di Sanremo con una canzone che, dice, aveva nel cassetto da cinque anni, ma Amadeus l’aveva rifiutata. Lo rimarca più volte, come a volerci dire- senza dirlo- che Amadeus non capisce nulla. E invece trovo che nella decisione di Amadeus potesse esserci una logica più che comprensibile.
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