"Giudice, quella ragazza copia i miei post"

Un'influencer americana ha denunciato una 'collega' perchè copiava il suo "mood", gli outfit, i consigli di shopping. Insomma, secondo lei, la sua identità. Una storia meno banale di ciò che sembra.

Qualche anno fa c’era una persona che mi copiava. Lo so che suona un po’ adolescenziale come affermazione, e in effetti non mi capitava dal liceo di sentire una frase simile, ma è davvero così. Per qualche motivo questa persona, a un certo punto, aveva cominciato scrivere le stesse cose che scrivevo io, a cercare lavori simili a quelli che svolgevo, a scattare foto quasi identiche, a frequentare i miei stessi posti, i miei ex, a essere ossessionata da me, e in parte lo è ancora. La cosa era francamente una bambinata di poco conto, ne ridevo con amici perché effettivamente era uno dei comportamenti più deliranti a cui avessi mai assistito, eppure in un certo senso mi creava anche uno strano disagio, una sensazione spiacevole e difficile da spiegare, come se questa persona stesse rubando ogni volta un pezzettino di me, per metterlo a frutto o semplicemente per farmi sentire “spiata”. Non era bello. Ma non era nemmeno troppo preoccupante, e di certo non mi sarei mai sognata di farle causa, anche perché la mia vita non era il mio fatturato. Diversamente da Sydney Gifford, un’influencer texana di 24 anni, che l’anno scorso ha sporto denuncia nei confronti di Alyssa Sheil perché, secondo lei, le stava letteralmente rubando l’identità, soprattutto quella social. E questa è una delle storie più affascinanti in cui mi sia imbattuta di recente.

Sydney Gifford e Alyssa Sheil, foto tratta dagli allegati alla denuncia (‘plaintiff’ significa querelante, ‘defendant’ querelato)