La lunare intervista su Giorgia Meloni a Cathy La Torre
Mi sto ancora riprendendo dalla lettura, scusate ma non riesco a scrivere un sottotitolo
"Piaccia o no: Meloni dà una pista a tutti”. Se questo pezzo fosse un gioco, potrebbe essere Indovina chi. Sarebbe divertente sfidarvi a indovinare l’autore di questa citazione fresca di giornata. Ha il pizzo? No. Abbasso la finestrella di La Russa. È pelato? No, nemmeno Crosetto va bene. Ha i capelli corti? Sì? Allora è fatta, è Francesco Lollobrigida. No, non era nemmeno lui. Perché il personaggio in questione, sulla plancia da gioco dei verosimili supporter di Giorgia, non dovrebbe nemmeno esserci. Dovrebbe stare sull’altra cartella, quella rossa, magari non proprio di fianco a D’Alema, ma nemmeno sulla stessa fila di Donzelli. E invece eccola lì: è Cathy La Torre. E la frase è nientepopodimeno che l’incipit dell’intervista che ha concesso oggi al Foglio. “Avvocata contro il patriarcato, paladina della comunità Lgbtq, attivista per i diritti civili”, la descrive così l’intervistatore Francesco Gottardi, tanto per girare il coltello nelle piaghe delle vittime del patriarcato, dei membri della comunità Lgbtq, di chi difetta ancora di diritti civili. Perché nella lunare intervista sulla leader di un partito non esattamente amico degli omosessuali, cultore del ruolo della donna madre, dell’indissolubilità del matrimonio, contrario al DDL Zan e, come nota di colore, casa di gente che ha il busto del duce in salotto, ecco in tutta l’intervista non spunta nemmeno una critica. Al massimo, qualche amichevole consiglio, quasi da spin doctor.
È tutto molto chiaro dall’incipit, in realtà. ‘Piaccia o no’ è uno strumento retorico della stessa categoria in cui si trova anche ‘ho tanti amici gay’ e ’non sono fascista, ma’. Se ‘hai tanti amici gay’ stai per dire qualcosa di omofobo, se ’non sei fascista, ma’ sei fascista, lo sanno tutti. E quando dici ‘piaccia o no’ in realtà di solito ti ‘piaccia’. Cathy continua con “è un modello per tante donne. Anche giovanissime: lo percepisco nelle scuole, la generazione Alpha si rivede in lei”. La generazione Alpha è quella di chi è nato dopo il 2011, non mi sembra molto plausibile che le bambine di dodici anni si rivedano in Giorgia Meloni. Io a quell’età mi rivedevo più in Georgie che corre felice sul prato che in Emma Bonino. Per dire. Mi sembra più verosimile che le dodicenni di oggi si rivedano più nei Me Contro Te che in Meloni, ma potrei sbagliarmi. Oppure quella di La Torre potrebbe essere una carezza a Giorgia, ecco. Non sarebbe nemmeno l’unica.
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