Nike ridicolmente accusata di sdrammatizzare l'Olocausto per lo slogan "Mai più"
La campagna pubblicitaria del marchio sportivo, in occasione della Maratona di Londra, fa infuriare numerose personalità di spicco del mondo ebraico. E alcuni lanciano una campagna di boicottaggio.
Il 27 aprile, a Londra, c’è stata la maratona. Un evento molto partecipato che, dal 1981, vede concorrere decine di migliaia di maratoneti ogni anno. Per quest’edizione avevano fatto richiesta di partecipazione più di 800.000 persone, una cifra record. Un numero così grande di persone attira ovviamente l’attenzione dei grandi marchi e uno di quelli che decide di investire in una campagna di marketing in occasione della maratona è Nike, che predispone, lungo tutto il percorso, degli enormi cartelloni con slogan tra l’ironico e il motivazionale, scritte nere su fondo rosso. Il colore è stato scelto per rappresentare il sangue, metafora della fatica. “Questo è fottututamente duro”, recita il primo cartellone: in inglese per ‘fottutamente’ viene usata la parola ‘bloody’, che significa sanguinoso. “Ma anche tu lo sei”, continua il cartellone immediatamente successivo. E così via: “Ricordati perchè ti sei iscritto a questa roba”. “Che ne diresti di un’altra metà?”.
Al traguardo viene posto un’ultimo cartellone con scritto, ironicamente, “Never again. Until next year”, ovvero “Mai più. Fino all’anno prossimo”, intendendo che di quella fatica tremenda ci si dimenticherà, e non passerà la voglia di correre ancora. Uno slogan riciclato, tra l’altro, da una campagna simile allestita lo scorso anno, sempre da Nilke, sempre per la maratona di Londra. Cambiava il colore dello sfondo, giallo invece che rosso, ma la sostanza era la stessa.
Eppure, quest’anno, quel cartellone sta costando a Nike una gravissima crisi reputazionale. Perché?
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