Perché Elena Cecchettin ha torto
Critica aspramente la sentenza Turetta, affermando che il mancato riconoscimento dell'aggravante della "crudeltà" sia un precedente pericoloso. Ma il suo, in questo caso, è populismo.


Elena Cecchettin ha affrontato la tragedia della morte della sorella Giulia con grande coraggio e con l’ammirevole intenzione di trasformare l’accaduto in qualcosa di pedagogico. Proprio per questo però, mi dispiace dover constatare che oltre ad avere detto molte cose giuste e di buon senso, insista- nella fase processuale- nel cadere in un dannoso populismo giudiziario.
Oggi infatti, e per la seconda volta, ha commentato le motivazioni della sentenza che ha condannato Turetta all’ergastolo con l’aggravante della premeditazione, senza che però sia stata riconosciuta l’aggravante della CRUDELTÀ. Il che non significa, in senso puramente letterale, che i giudici dovessero rispondere al quesito “L’assassino era crudele o no?”.
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