Storia di mia madre e del suo Alzheimer

Oggi scrivevo di come papà sta affrontando la vedovanza. Poi ho sentito che era arrivato il momento di raccontare la malattia di mia madre. Che non è stata solo la sua, ma quella di un'intera famiglia

Mia madre è morta il 19 novembre del 2022. Il Covid ha azzannato il suo corpo già affaticato da altre malattie che mia madre- finché era rimasta lucida- aveva accolto con sollievo: quando nel 2014 diagnosticarono un male incurabile a mio padre (e lei stava ancora bene) fu subito chiaro che il suo progetto fosse non sopravvivergli. Non è un’iperbole o una frase ad effetto. Andò proprio così.

La diagnosi, per lei, fu talmente inaccettabile che come prima cosa la rifiutò. Non volle confrontarsi con un medico, non capì che tipo di tumore avesse mio padre, iniziò a dire a tutti che “le macchie” sparse visibili dalle radiografie erano semplici ombre, glielo aveva garantito una amica infermiera.

Fu tutto folle. Il giorno in cui a mio padre fu asportato un rene, in ospedale mia madre arrivò a dirmi che non sapeva come mai venisse operato. Io ero con lei, nei corridoi, e le urlavo che doveva accettare quello che stava succedendo, prendere in mano la situazione, affrontare la malattia di mio padre con razionalità. Litigai molto, con mia madre, in quel periodo. La sua arrendevolezza mi faceva rabbia, aveva accettato passivamente un matrimonio infelice e l’idea che fosse passiva anche nella disperazione mi rendeva furibonda.

Nel giro di pochi mesi, nel suo progetto di rimozione del dolore, il corpo le venne in aiuto: